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MYSTERIES COMMUNITY La Comunità de Il Portale del Mistero

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    pippo.60
    Post: 1
    Registrato il: 18/05/2008
    Utente Junior
    00 18/05/2008 14:28
    La Tradizione
    In passato avevo sempre avuto problematiche esistenziali alle quali non riuscivo a dare una soddisfacente risposta razionale. E la non risoluzione di questi quesiti mi creava notevole malessere e disagio psicologico.

    Leggendo la “Commedia” di Dante nel commento di Ferretto ho scoperto non solo risposte più che soddisfacenti ai miei quesiti (sia per l'intelletto che per la ragione), ma ho anche potuto constatare che il discorso portato avanti da Dante, e con lui da Ferretto - che è riuscito a trovare la giusta chiave di lettura del testo – permette di rivedere, in un'ottica completamente diversa da quella consueta, ogni aspetto della nostra esistenza e del nostro vivere quotidiano

    La scoperta che esiste una Tradizione originale, di cui si trova ancor oggi traccia nei testi più antichi di tutto il mondo, che ci dice sostanzialmente da dove veniamo, chi siamo, e dove dobbiamo andare (o tornare), è stata per me un fatto illuminante e la dimostrazione lampante dell'esistenza di un'unica matrice.

    Ho scoperto, tra molte altre cose, che questa Tradizione, deterioratasi con il passare dei millenni, è stata ripresa e rinverdita da Gesù Cristo, la cui vera predicazione fu ben diversa da quella sostenuta dal cattolicesimo.

    Ho scoperto, ancora che Dante, avvicinatosi a questa Tradizione, giustamente intendendo il messaggio cristico, e facendone la propria filosofia, ha compiuto uno sforzo immane per mettere tutto questo sapere perduto nel suo Poema, ovviamente esprimendosi rigorosamente in forma ermetica, per non finire al rogo.

    Ho scoperto che, come esplicitamente detto dal Vate stesso, la sua opera va letta cercando di coglierne tutti i vari sensi, e soprattutto che al senso letterale si sommano quello allegorico, quello anagogico e quello morale: fatto questo ampiamente tralasciato, o piuttosto ignorato, da parte della critica ufficiale. Il che spiega perché i commentatori in genere lascino molti punti oscuri nella comprensione del testo.

    Ho scoperto che numerosi artisti, nel campo dell’architettura, nella musica, nel canto, nella pittura e nella letteratura hanno cercato di tramandare con le loro opere qualcosa di questo sapere e di questa verità primordiale; ho scoperto che la trasmissione del messaggio originale è avvenuta tramite varie forme di linguaggio ermetico, espediente resosi necessario per non incorrere nella persecuzione da parte del potere dominante (vedi chiesa cattolica). E anche per evitare che la vera Conoscenza finisse comunque in mani sbagliate, dal momento che conoscenza equivale a potere.

    Ho scoperto che molti eventi storici devono essere visti in maniera diversa da quella che ci hanno insegnato; ho scoperto che, sostanzialmente, siamo stati imbrogliati su tutto, che tutto ciò che credevamo di sapere e conoscere non è altro che una grande mistificazione della verità.

    Ho scoperto che per chi si addentra a fondo nella conoscenza della dottrina della Tradizione, c’è la risposta giusta per ogni interrogativo, c’è l'incontro sconvolgente ed appagante con la Verità assoluta, che si fa riconoscere da sola, quando la incontri, perché chiara, limpida, senza "ma" o "se" o "forse" o "si dice", "si crede": nella verità non c'è posto per le opinioni o per i pareri di chiunque.
    Quando la incontri ti senti meglio.

    Sono quindi grata a Gian Maria Ferretto per l’impegno profuso in tanti anni di studi e ricerche grazie ai quali ha trovato la giusta chiave di lettura della "Comedia" di Dante, spazzando via le stantìe interpretazioni convenzionali ripetute negli ultimi secoli e rivelando il vero significato del “viaggio” che l’Alighieri indica a tutti gli uomini “di buona volontà”.
    Per saperne di più su Ferretto e la sua opera, c’è il sito www.dante2000gmf.com.
    Per me, e per i già molti che si sono avvicinati alla sua Lettura di Dante, meriterebbe un monumento: per la passione con cui ha affrontato l'immane e meraviglioso compito di restituire - a se stesso in primis e a tutta l'umanità - l'immenso sapere a suo tempo donatoci da Dio Creatore, come guida verso la felicità nella nostra vicenda terrena.

    Ho voluto comunicare la mia esperienza, augurandomi che altri possano verificarne la validità. Sono certa che, se animati da autentico desiderio di intraprendere il cammino verso la Verità, vorranno documentarsi e non resteranno delusi. L’Associazione I.E.R.T.O. ( www.ierto.org) è nata a questo scopo.
    Grazie





    [Modificato da pippo.60 18/05/2008 19:46]
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    AngelHeart -Admi
    Post: 90
    Registrato il: 21/03/2004
    Utente Junior
    00 26/05/2008 14:32
    ...ciao Pippo '60!
    Le tue scoperte sono molto interessanti e certamente coloro che sono affascinati da questa tematica, avranno modo di contattarti e visitare i tuoi spazi web.

    Nonostante noi non tendiamo a precludere collegamenti (link) verso altre realtà, ancora una volta devo constatare come però si pecchi nella forma.
    Questo forum serve a confrontare le proprie opinioni (o scoperte...) in assoluta collegialità, con uno spirito che si addice ad una comunità, seppur virtuale.
    E' quindi poco elegante, accedere per la prima volta in un forum, elencando le proprie scoperte (che nel nostro campo di indagine misterica, sarebbe sempre più appropriato definire "intuizioni"), senza nemmeno salutare gli interlocutori e terminando il post con un link ad un sito editoriale.

    Jerry


    [Modificato da AngelHeart -Admi 26/05/2008 14:33]
    NNDSNTDG - Angel Heart
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    pippo.60
    Post: 2
    Registrato il: 18/05/2008
    Utente Junior
    00 27/05/2008 23:13
    Risposta a Jerry
    Gentile Jerry,

    hai ragione, mi sono presentato con troppa foga, lasciandomi trascinare dall' entusiasmo per quelle che per me sono state e sono realmente delle "scoperte" che hanno cambiato (in meglio!) la mia vita.
    Scoperte che mi sembrava bello condividere - in pieno rispetto reciproco - con persone come quelle che partecipano in particolare a questo forum, e che dimostrano interesse e sensibilità a queste tematiche.
    Devo anche ammettere che non ho molta pratica di interventi in un forum e che quindi devo impararne le regole (vedi questione del link che ho inserito, però, solo per consentire una verifica di quanto ho scritto).
    Ora saluto cordialmente tutti i partecipanti, che spero vorranno perdonarmi questo ingresso un po' maldestro.
    Desidero vivamente contribuire al comune confronto di idee e mi farà piacere se qualcuno, gentilmente, sarà disponibile a manifestare il suo pensiero sul contenuto del mio intervento.
    Auguro a tutti Conoscenza e Felicità!

    Pippo '60
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    Giano88
    Post: 64
    Registrato il: 24/01/2008
    Utente Junior
    00 28/05/2008 15:34
    Benvenuto nel forum...ho letto la tua post, e devo dirti che mi è piaciuta per due motivi, il primo è che mostra molto il tuo entusiasmo per quello che credi il che è meraviglioso, il secondo è che mio padre mi parlò dell'esoterismo di Dante nella divina commedia, ma diciamo che ero piccolino e non me ne fregava più di tanto, e siccome vorrei continuare a saperne di più, mi farebbe piacere un confronto di idee, davvero...tu ti chiederai perchè allora non lo chieda a mio padre...beh in questi ultimi anni ha un pò da fare con il lavoro e spesso è stanco, anche se lui mi parlerebbe volentieri, sono io che non voglio assillarlo e farlo riposare un pò, lasciargli un pò di spazio, dargli tregua...

    Cordiali Slauti Giano
    - Visita Interiora Terrae, Rectificando, Invenies Occultum Lapidem -
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    AngelHeart -Admi
    Post: 92
    Registrato il: 21/03/2004
    Utente Junior
    00 28/05/2008 17:01
    Pippo 60, Ti sono grato per l'elegante precisazione.
    Sei il benvenuto e ti rinnovo il grande apprezzamento per il tuo campo di ricerca che, come saprai, è connesso con molte delle materie che qui sono trattate.

    Come ho scritto agli altri amici del forum, in caso tu voglia pubblicare sul sito del materiale sui tuoi studi (articoli, saggi, ecc.) o partecipare a conferenze sul tema, proponi senza indugio!

    Un abbraccio

    Jerry


    NNDSNTDG - Angel Heart
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    pippo.60
    Post: 3
    Registrato il: 18/05/2008
    Utente Junior
    00 01/06/2008 17:55
    Risposta per Jerry
    Grazie per il benvenuto!
    Adesso mi sento davvero meglio.
    E grazie anche per l'offerta di ospitalità sul sito per eventuali articoli e materiale relativo alle mie esperienze.
    Per arrivare al momento della "scrittura" ho bisogno di adeguati tempi di elaborazione...non sono molto veloce.
    Ma non mancherò di approfittare della preziosa opportunità offertami.
    Attualmente sto dedicandomi ad approfondire il tema del suono della creazione.
    Ricambio l'abbraccio.
    A presto
    Pippo '60
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    pippo.60
    Post: 4
    Registrato il: 18/05/2008
    Utente Junior
    00 01/06/2008 18:02
    Per Giano88
    Grazie del benvenuto e del tuo apprezzamento, gentile Giano.
    Mi rallegro con te! E' una bella fortuna avere un padre che parla al figlio piccolo di esoterismo nella "Comedia" di Dante...
    Non è cosa che succeda a molti.
    Io, per esempio, non ho avuto questa fortuna e per me questa conoscenza è stata - ed è tuttora - una conquista: impegnativa e dura, ma anche apportatrice di grande gioia.
    Per me, la fortuna è stata quella, già ricordata, di aver trovato da adulto una guida valida, appunto per "leggere" quello che Dante nasconde sotto il senso apparente dei suoi versi.
    Da solo non ce l'avrei mai fatta.

    Sono colpito dal "nome" che hai scelto, Giano: è quanto mai ricco di significati simbolici, e in Dante compare parecchie volte. Si va ben oltre la classica spiegazione scolastica che lo indica come titolare del tempio le cui porte sono aperte in tempo di guerra e chiuse in tempo di pace...
    Se vuoi parlarne, mi piacerebbe sapere se la tua è stata una scelta motivata e, eventualmente,quali ne sono le ragioni.

    L'argomento "Dante" è naturalmente vastissimo. Ma visto che siamo in un Forum che studia i "misteri" vogliamo esaminarne qualcuno da vicino? Hai una proposta?
    Il mio augurio è sempre, per me e per tutti, Conoscenza e Felicità!
    Pippo '60
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    Giano88
    Post: 66
    Registrato il: 24/01/2008
    Utente Junior
    00 04/06/2008 23:16
    Beh, Giano è il mio nome di battesimo...me lo ha dato mio padre...ovviamente, per uno come me ho ercato il significato, e mi sono diciamo innamorato del sognficato del mio nome...perciò ormai lo uso, addirittura in altri forum lo scrivo direttamente in latino (Janus)...

    o a me farebbe piacere, davvero tanto, poter parlare e approfondire l'argomento molto vasto fra l'altro...anche perchè ricordo poco, e parlare con mio padre da qualche anno è un pò più difficile a causa del lavoro e degli impegni, quindi sono perfettamente d'accordo con te...è vero che sono stato fortunato...ma da piccolo non ho moltio oltivato preferivo fare di testa mia...adesso però da un 3 anni ho deciso di trattare alcuni argomenti che avevo trascurato...
    quindi sarei davvero felice di poter avere dei dialoghi e dei confrontuii con te...

    Cordiali Saluti Giano
    - Visita Interiora Terrae, Rectificando, Invenies Occultum Lapidem -
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    kaos25
    Post: 307
    Registrato il: 26/03/2004
    Utente Senior
    00 07/06/2008 18:40
    scusate il ritardo...ti do il mio caloroso BENVENUTO PIPPO!
    sarei interessato all'argomento che citi....e sarei ancora piu interessato se con un bell'articolo scendessi in particolari!
    bye bye! [SM=g27961]
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    pippo.60
    Post: 5
    Registrato il: 18/05/2008
    Utente Junior
    00 22/06/2008 18:56
    Per Kaos25
    Carissimo Kaos25,
    mi trovo sinceramente un poco in difficoltà a dire in poche parole dei concetti, a relazionare e spiegare i quali sono stati ad altri necessarie migliaia di pagine, ma ci proverò, contando che questa non sia l’unica possibilità di intervenire sull’argomento.
    Il concetto dal quale è necessario partire è quello che la “verità” (singolare) è unica, esiste e quindi è accessibile e dimostrabile.
    Al contrario, noi siamo culturalmente abituati a prendere in considerazione un numero imprecisato, ma molto grande, di “verità” (plurale). Infatti ciascuno degli individui che sono sulla terra è pronto a sostenere la “sua” personalissima verità, e ne consegue che, in definitiva, le verità possano essere considerate tante quanti sono gli individui medesimi che sono sulla terra…Ma è evidente che questo non è possibile.
    Osserviamo infatti come a certi livelli, talora si convenga di ammettere una sorta di “verità collettiva”, convenzionalmente suffragata da quello che si definisce “largo consenso”. Questo sta a significare che c’è un tipo di “verità condivisibile”; e se esiste un tipo di verità condivisibile da parte di un gruppo di persone, è evidente che “la verità” condivisa e sostenuta da un altro gruppo di persone sarà qualcosa di diverso: e quindi non è “la verità”, così come non può essere “verità” quello che ciascuno individualmente sostiene essere “verità”.
    In realtà quello che comunemente viene detto “verità” dovrebbe più correttamente essere chiamato “opinione”; la quale giustamente può essere personale, oppure di gruppo, se condivisa da altri. Ma è evidente, per quanto appena detto, che l’“opinione” non può essere sinonimo di “verità”; e infatti l’“opinione” è sempre, di per sé, una certa qual forma di “errore”. Nel momento stesso in cui l’“opinione” non è più erronea o difettosa, essa viene infatti a coincidere con la “verità”, cessando così di essere sia “opinione” che “errore”.
    A questo punto subentra la fatidica domanda, che a suo tempo anch’io molto ingenuamente ho posto al Maestro Ferretto: “Come si fa a capire quando un’opinione cessa di essere tale e diventa “la verità?”. In altre parole: “Come si fa a sapere di essere entrati in possesso della “verità” (che in quanto tale non abbisogna né di aggettivi, né di apposizioni di alcun genere)?”.
    Devo dire che la risposta, in apparenza inaudita, è molto semplice.
    “Prendiamo molti bastoncini di legno di varia misura, tutti pressappoco lunghi venti centimetri, ma uno solo esattamente di tale misura e chiediamo ai presenti di indicare quale sia il bastoncino da 20 centimetri. Ciascuno secondo la propria valutazione ne indicherà uno. Le opinioni saranno ovviamente diversificate ed è evidente che molti sbaglieranno mentre uno, o più di uno, indicherà casualmente il solo bastoncino della precisa lunghezza, ovvero sarà “inconsapevolmente in possesso della verità”. Per averne certezza e per avere contestualmente la certezza di chi è in errore, si prenderà allora l’unità di misura universalmente certa, e con quel parametro certo si perverrà alla soluzione del quesito”.
    Come nell’esempio, anche in tutto il resto, la certezza di essere in possesso della “Verità” si ottiene confrontando le proprie opinioni con “un parametro certo”, che non sia a sua volta frutto di altre convenzioni od opinioni.
    I presupposti sui quali si fonda il sistema esistenziale dell’umanità attuale - basati sull’interesse materiale individuale - sono in netto contrasto con il principio assoluto di verità, che dell’interesse materiale individuale non tiene affatto conto, mirando soltanto all’interesse spirituale, sia del singolo individuo, sia della collettività.
    Pertanto, a conforto delle proprie opinioni, la “cultura convenzionale” non propone alcun parametro certo, oltre a quello assai opinabile del “largo consenso” che, com’è facilmente dimostrabile, non ha alcun valore. Sarebbe infatti come dire che, poiché cento persone hanno individuato in un bastoncino di 188 mm. quello da 200 mm., e uno o due soltanto abbiano indicato quello giusto, le cento persone sono in possesso della “verità” e le due sbagliano: mentre è “vero” esattamente il contrario.
    Quindi, per conoscere la verità - sull’esistenza, sull’individuo e sul tutto, che costituiscono i fondamenti primi di ogni altra e qualsiasi successiva verace conoscenza - è necessario avere i “parametri certi” con i quali rapportarsi; parametri assoluti, che in tutta la storia dell’universo e del genere umano sono sempre stati gli stessi e non sono mai cambiati, perché la “verità” è inalterabile e non la si può “adeguare” alle mode e alle contingenze; parametri che funzionano a garanzia delle dinamiche universali, come a garanzia delle dinamiche individuali, nonché delle relazioni tra di esse.
    Immagino che ora mi chiederai come sia possibile arrivare a questa “conoscenza”. Ma questo è un altro, ancor più complesso discorso.
    Quello che posso consapevolmente e sinceramente dirti è che arrivarci è possibile e, se non mi sento di dirti che sia proprio facile, in fondo in fondo non è poi neppure tanto difficile.
    Aspetto di sentire cosa ne pensi.
    Ciao
    Pippo.60
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    (dea)
    Post: 162
    Registrato il: 22/03/2005
    Utente Junior
    00 22/06/2008 19:53
    Ciao Pippo, scusa se intervengo nella vostra discussione ma ho letto con molta attenzione il tuo post.

    "Quindi, per conoscere la verità ... è necessario avere i “parametri certi” con i quali rapportarsi; parametri assoluti, che in tutta la storia dell’universo e del genere umano sono sempre stati gli stessi e non sono mai cambiati.."

    Ora, io mi chiedo quali possono essere questi parametri? Nella storia dell'universo tutto almeno una volta è cambiato, mutato, cambiato forma, posizione, angolazione, colore, sostanza, composizione, distanza.
    Cosa intendi esattamente per storia del genere umano? Quella, che ammette la scienza ufficiale, oppure quella che chiamano archeologia eretica?

    Inh questo momento penso a miliardi di cose ma non posso pensare neanche ad una cosa sola che non sia mai cambiata... (perfino il sole ha invertito le polarità a causa delle macchie solari...)

    Attendo delucidazioni.
    Dea
    [SM=g27960]
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    kaos25
    Post: 312
    Registrato il: 26/03/2004
    Utente Senior
    00 25/06/2008 19:22
    sono contento che hai voluto continuare la discussione,ma Credimi non e' semplice parlare di questo argomento,sono tante le cose da dire,ma ci perderemmo in un mare di pensieri che ci porterebbe a crearne altrettanti per giungere sino allo stremo delle energie...pero' l'argomento suscita parecchio il mio interesse e tiprego di non fermarti...xche' c'e' sempre da imparare!
    NON TI CHIEDO COME?...ma ti chiedo...ORA CHE HAI QUESTA CONOSCIENZA,COME LA USI?CHE COSA TI HA DATO?A CHE TI SERVE?
    non ho nulla da obiettare sul concetto di verita' che hai espresso e razionalmente mi trovo pienamente d'accordo...sono anche pero' consapevole che
    viviamo in un mondo dove il mentale regna sovrano e purtroppo molto spesso ci dobbiamo adattare al nostro modo di pensare e di razionalizzare ogni cosa...ma il livello a cui siamo aggrappati va superato e per superarlo bisogna andare ben oltre questo piano ..E' anche vero che quando si parla di spiritualita' al giorno d'oggi,termine largamente e stupidamente abusato, si giunge pur sempre ad un appagamento dell'ego,e quindi ad una condizione di assoggettamento al pensiero comune...spiritulita' non diviene piu' uno stato di coscienza ...ma un livello di conoscienza...che e' molto differente!
    Ragionamenti logici e domande ,la ricerca anche di cio' che noi chiamiamo verita' ,diviene alla fine una mera assurdita'...xche' ricercare a livello mentale non quieta i pensieri,anzi, ne genera ulteriori.

    Cio' che noi abbiamo potuto raggiungere con la conoscienza e' meraviglioso...ma ci limita...perche' vasta che sia la mente umana rimane limitata al conosciuto!
    il sapere e la conoscienza della realta' delle cose offrono una via di fuga dalla paura del vuoto ch e' in noi ,dalla paura illusoria di essere niente...e la nostra mente teme cio' che non conosce ,e' per questo che ci convince a gettarci anima e corpo nelle spiegazioni logiche e nelle certezze scientifiche..perche' danno sicurezza...
    perhe' non si riesce a razionalizzare la morte?? o DIO? o il significato della vita che ci viene spiegato solo attravero teorie piu' o meno discutibili.???perche' la nostra mente teme cio' che non conosce,lo rifiuta, ne ha paura e ci impone la sua paura , ...ecco perche' il livello in cui viviamo e' pericoloso...non sappiam piu cio che e' reale da cio' che non lo e'...non ci ascoltiamo piu' a livello interiore e questo ci allontana da Dio!
    una mente occupata ,e' una mente chiusa, e' inavvicinabile non vulnerbile e in cio' sta la sua sicurezza e la sua forza!

    pensa quanto di veramente nostro ci appartiene...NULLA...siamo semplicemente spugne che assorbono pensieri di chi e' arrivato prima di noi,e li custodiamo gelosamente,li facciamo nostri e adattiamo la nostra vita alla loro direzione, addirittura li immoliamo come ideali, siamo pronti a morire per essi...siamo ridicoli..e il problema e' che non ne siamo nemmeno consapevoli!


    ti posso dire per quanto mi riguarda,che la conoscienza ,che ho adesso pur poca e limitata che sia,magari fra un po di tempo mi stara' stretta e mi dovro' aprire a nuovi concetti e immagazzinare nuove informazioni..tutto questo perche' a livello di pensieri la mente non e' mai stanca di imparare e immagazzinare!
    ma se ,io per primo,vivo cio' che apprendo,in primis a livello di coscienza e di esperienza,lasciando la razionalita' a riposo,tutto cio' che provo me lo portero' dietro e mi avra fatto crescere e vivere meglio soprattutto con me stesso!
    in fondo in fondo e' tutto un sistema di scelte... anche le scelte sono mentali...purtroppo.e molto spesso sono dettate da inganni della mente...
    la verita' secondo me, non puo' e NON DEVE essere razionalizzata...come non deve e non puo' essere razionalizzato il percorso che ci conduce a Dio..che deve essere unico e personale...e non universalmente accettato!.NESSUNO CE LO PUO' INSEGNARE!.Non dobbiamo creare intorno a noi un muro di pensieri impenetrabile ,la verita' arriva quando meno te lo aspetti ,quando la nostra mente non e' occupata e noi siamo liberi ed aperti a riceverla...solo quando saremo pronti e preparati potremmo scorgerla!
    ognuno sceglie il proprio percorso per giungere al punto di origine ...tu hai trovato il tuo,io tRovero' il mio, altri troveranno il loro...ogni cammino e' differente xche' ognuno ha i propri mezzi e i propri tempi per fare esperienza...sino al raggiungimento della meta' finale che resta sempre e comunque DIO!...ma l'esperienza deve essere interiore ,e per interiore intendo a livello di coscienza ..non di conoscienza!

    a quanto ho potuto capire...e ti prego di sbiegarmi meglio...Dante avrebbe indicato nella sua COMMEDIA il cammino che conduce alla verita'...ma il cammino che esso indica non puo' essere universalmente adattabile a tutti gli uomini,come non puo' essere universalmente ADATTABILE il cammino indicato da Gesu' o da altri "maestri"
    Non esistono verita' universali come non esistono certezze assolute,ma esiste una sola consapevolezza ..quella dell' IO SONO... QUI E ORA!
    kaos [SM=g27961]
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    pippo.60
    Post: 6
    Registrato il: 18/05/2008
    Utente Junior
    00 30/06/2008 15:46
    Per Dea
    Cara Dea,
    quello che tu osservi è vero. E’ pero anche vero che le tue osservazioni riguardano cose che appartengono al mondo dell'esistenza, alla sfera del divenire, che per sua costituzione è mutevole, in tutte, indistintamente, le sue espressioni e particolarmente nella continua successione delle cause e degli effetti, meccanismo che determina la mutazione. Ma non sono le cause e gli effetti che si devono prendere in considerazione, quando si tratta di individuare i "parametri certi"; anche se è pur vero che è attraverso l'analisi delle cause e degli effetti che si perviene alla individuazione dei parametri medesimi. I "parametri" sono le "leggi" a cui indefettibilmente obbedisce il "principio di mutazione" e ogni sua conseguenza. Le "leggi" non possono essere confuse con gli effetti meccanici della mutazione: se le cose cambiano, come tu dici, di forma, posizione, angolazione, colore, sostanza, composizione, distanza, questo cambiamento è avvenuto, sì, ma è avvenuto in perpetua ottemperanza ad una "legge" assoluta, che è sempre stata e sempre sarà la stessa, immutabile a dispetto di latitudini, costumi, mode, contingenze od opportunismi.

    L' errore del positivismo, nel quale, ti chiedo scusa, anche tu sei incorsa, è quello di considerare legge quello che legge non è, ma è semplicemente una delle tante "conseguenze dell'ottemperanza ad una medesima legge", che al positivista resta sconosciuta, in quanto egli non ammette l' esistenza del mondo dello spirito e l' interazione indissolubile tra mondo fisico e mondo dello spirito. E’ sicuramente questo l’ errore fondamentale che affligge l' umanità, ma è difficile discuterne nelle poche battute di un "forum". Qui si tratta dell' accesso alla Conoscenza universale, per la quale necessita molto di più di un succinto scambio di pensieri. Io so che chi ha affrontato queste problematiche ha impiegato qualche decennio della propria esistenza per addivenire a quella preziosa conquista, che si definisce "possesso della verità".

    Per "storia del genere umano" non vanno intesi i testi strumentalmente manipolati da chi ha scritto i libri di storia , testi sempre scritti dai vincitori, a seconda della loro convenienza, e neppure le storielle che nascondono la verità sotto il velo dell' apparenza, e che quindi non debbono essere prese alla lettera, come invece il “culturalismo” propone.

    Per capirle, necessita la Conoscenza: in primis, la medesima Conoscenza di coloro che in un certo modo le hanno scritte... una Conoscenza che non appartiene di sicuro al “culturismo scientista” del secolo, e che tu definisci "scienza ufficiale", le cui proposizioni non sono assolutamente attendibili, tanto sono tragicamente vissuti quotidianamente, dall'umanità intera, i devastanti effetti della loro demagogica menzogna, con la stragrande maggioranza delle persone rassegnata a questa improponibile condizione, spacciata per "il solo sistema esistenziale possibile".

    Non mi è chiaro il concetto che tu definisci "archeologia eretica", viste tutte le imprecisioni e contraddizzioni che questa definizione comporta, agli occhi di chi conosca il vero valore delle parole. La "parola del principio" ("archeologia") non può infatti mai essere considerata "eretica", ovvero effetto di una scelta diversa (il significato vero di "eresia" è infatti "scelta"), perché la "parola del principio" è la "parola originale", altrimenti definita la "parola perduta", che l'uomo deve ritrovare, e che coincide con la "verità", quella che gli studi del nostro istituto si pregiano di voler restituire alla sua originaria dignità.

    Pertanto, se "archeologia" è la "parola originale", è evidente che ogni "scelta" ovvero "eresia" fatta su di essa non può che riferirsi ad azioni ad essa successive; per cui "eretici" non possono mai essere definiti coloro che si rifanno all'originale, ma coloro che da tale originale hanno deviato, facendo "scelte", cioè "eresie", ad esso alternative, ed incorrendo quindi, inevitabilmente, nell'errore della pluralità dell'opinionismo.

    E il "logos archetipico" dell'umanità non è certo qualcosa che si possa far risalire soltanto a un paio di millenni addietro, quando , cioè, è maturata la più nefasta e fatale delle "eresie" nei suoi confronti.

    Pippo_60
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    pippo.60
    Post: 7
    Registrato il: 18/05/2008
    Utente Junior
    00 30/06/2008 15:58
    Risposta per Kaos
    Caro Kaos,
    anzitutto complimenti per la tua disponibilità al ragionamento e alla sincerità con cui esponi i tuoi pensieri. Sono lieto di darti delle indicazioni in merito, ferma restando la premessa che questo non è il mezzo che porta alla risoluzione di alcun problema. Risolvere il problema esistenziale è possibile, ma non certo né con questo mezzo, né con questo sistema.
    Dal tuo scritto emergono molte contraddizioni, e sulle contraddizioni non è possibile fondare alcuna sicurezza. Lo scopo della mente umana, la sola cosa davvero importante che caratterizza l’individuo, è quello di eliminare ogni e qualsiasi tipo di contraddizione. Questo è lo scopo della mente, che a questa eliminazione perviene attraverso la funzione del ragionamento, per cui ogni cosa deve necessariamente essere “razionalizzata”. Questa affermazione può ingenerare equivoco, fermo restando che la “cultura” ha falsificato il senso delle parole. La razionalizzazione del pensiero non è un sinonimo di “positivismo” volteriano; ma rappresenta “l’estrazione logica dell’assoluto”, perifrasi che è, questa sì, sinonimo di “Verità”.

    Penso che avresti apoditticamente dovuto chiedermi “Come si arriva alla Conoscenza della Verità”, perché, dato per assodato che la Verità esiste, una volta trovata con il “come”, ti saresti risposto da solo alle domande: “ora che hai questa Conoscenza, come la usi, cosa ti ha dato, a che ti serve?”.

    La Conoscenza non è un qualcosa che si travasa, ma un’esperienza che si matura non solo “interiormente”, ma interiormente ed esteriormente” al tempo stesso, perché l’individuo non vive in un ambiente asettico, ma in un contesto di relazione che lo trova costantemente a contatto con la menzogna dalla quale deve sapere distinguere la Verità. Risponderti è fin troppo facile, ma a te non servirebbe a nulla: la Conoscenza, la uso in tutto, mi ha dato tutto, e mi serve in tutto. Questo, purtroppo, a te non dice niente, perché potresti capire questa mia affermazione solo una volta che tu venissi a trovare esattamente in questa condizione, in questo stato dell’essere, in questa “Conoscenza Cosciente”. Come tu dici, la nostra mente “teme quello che non conosce”; ma la Conoscenza non è solo “una via di fuga dalla paura del vuoto che è in noi”; essa fa conoscere la natura del “presunto vuoto” che è in noi, e in questo riconoscimento il presunto vuoto viene sostituito istantaneamente da un “effettivo pieno”. Il “livello in cui viviamo è pericoloso” soltanto se la mente, come nella stragrande maggioranza dei casi avviene, “rifiuta ciò che non conosce… di cui ha paura e c’impone la sua paura”. Accettare di affrontare quello che non si conosce per conoscerlo e farlo proprio (questo chiamasi “buona volontà”), elimina il pericolo, elimina la paura del pericolo, e rende la sicurezza della certezza. È quello che dicesi “eliminazione del dolore”, ovvero (giusto il significato del vocabolo) dalle conseguenze del “dolo”, idest dell’errore.
    La Conoscenza, quella ovviamente con la “C” maiuscola, non la cultura che ne è l’antitesi, non ci limita affatto, perché la mente umana non è fatta per restare nel limite del culturalmente conosciuto, ma per spaziare nel “trascendentalmente assoluto”… e non ci conviene affatto “gettarci nelle spiegazioni logiche e nelle certezze scientifiche [della cultura] perché danno sicurezza”, in quanto è vero proprio il contrario, esse sono false e artatamente studiate per far sì che l’uomo non abbia mai sicurezza, bensì resti nella “speranza”, e in questa speranza faccia tutto ciò che gli viene imposto, in una davvero mera illusione che sia lui a fare le proprie scelte in libertà.

    La libertà, la vera libertà, è quella di cui ti sto parlando, quella che rende l’individuo signore e padrone di se stesso e dell’intero universo. Seguo il tuo consiglio e penso a “quanto di veramente nostro ci appartiene”. Tu ti rispondi “NULLA”; il mi rispondo “TUTTO”. Io non sono “una spugna che assorbe indiscriminatamente i pensieri di chi è arrivato prima di noi”, non li custodisco gelosamente, non li faccio miei, non adatto la mia vita alla loro direzione, mi guardo bene dall’immolarmi per i loro ideali, che tali non sono, e ci puoi scommettere che non muoio per essi… chi fa così, come tu stesso dici, è ridicolo… “il problema è che non ne siamo nemmeno consapevoli” - dici tu – Il problema è che non abbiamo la buona volontà di volerne diventare consapevoli, dico io nei vostri confronti, perché io, questa “buona volontà” l’ho avuta, ho raggiunto la piena consapevolezza, mi sono sottratto al ridicolo, e mi sono impadronito del tutto… ma non perché mi è stato travasato o regalato, perché ho lottato per questa conquista e il tutto, finalmente mi si è dato in guiderdone, come è giusto che sia, per qualsiasi “uomo di buona volontà”.

    È vero che “è tutto un sistema di scelte”; ma queste scelte non sono “dettate da inganni della mente”, ma inganni altrui creduti per veri; perché la mente è la sola cosa che non inganna l’individuo, rappresentando originariamente la sola garanzia per risolvere ogni tipo d’inganno. Non è la mente ad ingannare, ma il cattivo uso fatto della mente proprio da coloro che pensano che la mente voglia ingannare il suo portatore, il che è una bestialità, nonché, a rigor di logica, una contraddizione in termini. La mente è la sola speranza dell’individuo, che non deve mai permettersi di abdicare ad essa, sostituendola con la cecità fideistica, perché è la sola che gli consente di pervenire alla “razionalizzazione della Verità, “CHE contrariamente alla tua “opinione” PUO’ E DEVE ESSERE RAZIONALIZZATA”, Così come “PUO’ E DEVE ESSERE RAZIONALIZZATO IL PERCORSO CHE CI CONDUCE A DIO”, per il semplice fatto che Dio non è una ectoplasma che sta da qualche parte, esteriormente, in attesa che l’uomo lo raggiunga in qualche modo, scelto fantasiosamente e diversamente da ciascun individuo; ma è la nostra stessa Mente con tutta intera la sua infinita potenza; e quando noi abbiamo santificato, idest “sanato”, la nostra mente, riscattandola dalla sudditanza all’errore, quello è il momento in cui abbiamo completato il percorso che ci conduce a Dio, perché abbiamo perfettamente riconosciuto Dio in noi stessi, il che è il solo e unico scopo della vita umana, il solo, come tu dici “raggiungimento della meta”.
    Ed è evidente che, raggiunto quel momento: “TUTTO CI APPARTIENE”.

    Tu non hai chiesto “COME” si giunge alla Conoscenza della Verità, perché sei dell’opinione che “NESSUNO CE LO PUÒ INSEGNARE”. Purtroppo nessuno nasce “imparato” e, se è vero, come tu dici, che “la verità arriva quando meno te lo aspetti”, è pur vero che , se non la sai riconoscere, non te ne accorgi proprio del suo arrivo, e così la perdi; in realtà essa ti sta passando accanto proprio adesso, ed è evidente che tu non la riconosci, vieppiù perché il pregiudizio che è in te si difende strenuamente e non intende essere facilmente estromesso.
    Anche la Verità, sinonimo di Dio, non è un elemento che esiste esteriormente, ma è costantemente presente in ciascuno di noi, e talora si fa strada tramite la resipiscenza; ma se non si possiede la Conoscenza necessaria a “riconoscerla”, si resta nell’errore, oppure ci si trasferisce da un errore all’altro senza soluzione di continuità. Il cammino da fare è quello che porta alla “Conoscenza razionale della Verità”, e a questo traguardo è necessaria l’assistenza di una giusta guida, che non sia un travasatore di nozioni, un plagiatore dei singoli o delle masse, ma sia un vero Maestro, senza la cui accorta guida, tu, la Verità, o comunque quello che pensi di voler cercare, non lo troverai mai.

    Come già ti dissi, l’unicità originale del Tutto, da cui si evince l’unicità pleonastica della Verità, non consente alternative al percorso da farsi per raggiungerla: questo percorso è perfettamente adattabile, idest consono, a tutti indistintamente gli uomini, che identici sono tra di loro nei confronti del Principio, e che quindi non possono essere oggetto di discriminazione alcuna, specialmente per quanto concerne l’opzione del raggiungimento della salvezza. Un ragionamento diverso è solo la conseguenza di una malintesa ritenzione della libertà individuale e del concetto stesso di libero e di “libero arbitrio”. Ma basterebbe, a smentire la tua affermazione finale, il semplice fatto che non devono essere i Princìpi ad adattarsi alla contingenze, bensì le contingente ad adeguarsi ai Princìpi. Se tu vuoi arrivare a Dio devi adeguarti quindi alla unica e sola Legge che lo consenta, perché ogni altra, o qualsiasi diversa opzione, costituisce una scelta erronea nei confronti di tale Legge.
    Mi sento finalmente di affermare che l’insicurezza e la paura che aleggiano con forza nel tuo scritto sono la più evidente e logica conseguenza del tuo rifiuto dell’esistenza delle “verità universali” e delle “certezze assolute”, affermazione gratuita, giammai da alcuno sostenuta con un discorso logico e razionale. Il mondo convenzionale è asfaltato di affermazioni gratuite di questo genere, ed è proprio per questo che il suo funzionamento è quel disastro assoluto che possiamo facilmente constatare.
    A proposito: se non esistono in assoluto “verità universali”, non esiste neppure la “verità dell’assoluto presente”, che tu sbandieri quale tua unica consapevolezza: quella di essere “QUI E ORA”.

    In verità, non Conoscendo i “principi assoluti” o le “verità universali”, non sai da dove vieni (quindi non conosci il passato), né dove dovresti essere diretto (non conosci il futuro), e, per conseguenza non sai affatto chi sei (dunque ignori il presente, che è l’inafferrabile punto di contatto tra passato e futuro); per cui, la certezza e consapevolezza di essere “QUI E ORA”, con tutto quel che segue, sono solo una tua illusione, del resto facilmente smascherabile.
    Forza e coraggio!!!!..... [SM=g27959]

    Pippo_60
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    kaos25
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    00 02/07/2008 16:01
    ok Pippo, innanzitutto tanto di cappello per come scrivi e per quello che hai scritto,...che nn fa una piega!
    e si nota che hai raggiunto un livello di conoscienza molto alto e di questo te ne rendo merito e lo riconosco...vediamo se riusciamo a venirci incontro...
    Non ti ho chiesto il COME ci sei arrivato xche' in realta' ,a mio parere, il come non mi riguarda,; il percorso che hai scelto e' un percorso tuo, e tuo solamente e mi ripeto,non e' adattabile a chiunque!
    mi trovi,e ne sono pienamente consapevole, insicuro in cio' che affermo xche' il metodo che utilizzo per esprimerlo ,in questo frangente, non mi appartiene...razionalizzare ogni cosa...non mi appartiene......arrivare a concepire che il PERCORSO CHE CONDUCE A DIO PUO' E DEVE ESSERE RAZIONALIZZATO ...e' questa la bestialita'!!la mente non trascende NULLA...e' la nostra COSCIENZA che deve trascendere la mente ed arrivare al punto di origine..la mente oltre questo piano, non va' e non e' in questo piano che dobbiamo trovare la Verita',ma e' questo piano che dobbiamo utilizzare come veicolo per giungere alla verita'!
    il vuoto di cui io parlo,e che tu dici puo' essre colmato dalla conoscienza...io ti rispondo che in realta' lo stai solo colmando attraverso ulteriori pensieri che ti danno l'illusione di aver colmato quel vuoto..la nostra mente, non vuole il nostro bene,vuole solo essre appagata!
    e' qui che io punto sull'esperienza diretta....
    se io sono qui e la mia mente pensa(non a casa ho detto la mente pensa,perche' io non sono la mia mente),xche' sono qui? da dv vengo? dove devo andare? cosa devo cercare? da dv sono venuto?..e alla fine non sono nemmeno consapevole che sto respirando....tutti i bei discorsi che stiamo facendo,me li posso mettere tra lì e la'!
    parto da un esempio(semplice semplice..ma proprio terra terra..):e te lo faccio per esperienza diretta non perch' ne ho sentito parlare o l'ho letto sui libri...
    prendiamo una rosa, (o un sasso, o qualsiasi altra cosa o essere vivente) e poniamoci di fronte come osservatori..osservatori a tal punto che le distanze svaniscono , scompaiono, ogni sega mentale o pensiero logico si dissolve,si distacca la mente come togliendo la spina...NOI DIVENTIAMO LA ROSA!
    cio' che percepiamo non e' a livello di pensiero, xche' i pensieri non ci sono,i ragionamenti non esistono, cio' che percepiamo e' a livello profondo, a livello di coscienza!
    quello che voglio dire e' che in quel frangente non esiste separazione, perch' non esiste separazione nel concetto del TUTTO, osservato e osservatore sono una cosa sola,la separazione esiste solo a livello mentale e solo su questo piano dell'esistenza ,dv ogni cosa si identifica con se stessa...io sono io,tu sei te, una rosa e' una rosa.....
    IO SONO TUTTO CIO' CHE MI CIRCONDA....io sono ogni persona che incontro e con la quale mi relaziono ,io sono ogni cosa...la terra stessa sono io, l'Universo ed io siamo una cosa sola!
    ...tu ed io, siamo la stessa entita',che poi questo piano richieda un identificazione oltre che fisica anche personale e' indifferente(che il mio corpo si chiami Simone o Marco o Andrea...non ha alcuna rilevanza)...IL SE E' SEMPRE UNO che si riflette e si frammenta in questo piano materiale!...chiamalo SE, MATRICE DEI PUNTI DI LUCE,DIO,ANIMA ,AMORE PURO,ENERGIA COSMICA...chiamalo come vuoi..ma e' sempre UNO!
    e ogni punto di luce ha in se tutte le informazioni della MATRICE ,ogni punto di luce e' LA MATRICE STESSA!
    tu non esisteresti, io non esisterei,se non fossi la Matrice....e il percorso che ho scelto di fare,e' quello di trascendere il mentale, tornar alla vera COSCIENZA e divenire consapevole che TUTTO E' ME...e che IO SONO IL TUTTO!
    questa e' la verita',non ne esistono altre, se ce ne sono, sono create dal mentale ,rafforzate dai pensieri e dai ragionamenti della nostra mente e ognuno di noi arriva alla verita' scegliendo un proprio percorso,dopotutto siamo qui per fare esperienza....ricongiungersi al proprio SE e all' UNICA COSCIENZA!
    sono cosapevole che questo mio discorso e' frutto di un mio ragionamento, xo' e' partito da una piccola esperienza, che mi ha dato una grande consapevolezza..e ripeto tra conoscienza e consapevolezza..c'e' un abisso!...io posso leggere 100 libri sulla stregoneria, scriverne altrettanti e farci sopra centinaia di ragionamenti...ma alla fine cio che ho...e' solo teoria! e' l' esperienza che fa la differenza,solo li puoi veramente comprendere...
    dopo cio' che ho scritto dovresti capire xche' la concezione del tempo non ha valore, il passato si immerge nella memoria...il futuro e' il risultato dell'immaginazione...xche' il Se e' nel presente, la consapevolzza e' nell'adesso, il passato e il futuro non esistono se non a livello mentale,allora si, posso affermare che oggi ,io sono il risultato dei miei pensieri passati e il domani e' creato sui pensieri di oggi....il "qui e ora" di cui parlo..non lo puoi smascherare...gli puoi dare un significato,cosi come puoi dare un significato alla coscienza...ma non puoi capire cos'e' se non ne fai esperienza,e la mente non puo' concpire la coscienza perhe' non la conosce...non sa nemmeno che esiste..puo' solo darne una definizione!
    ho detto che la verita' arriva quando meno te l'aspetti , nel senso che non ti devi metter in uno stato d'animo di attesa, non puoi' ricercarla attraverso la logica ma solo con l'apertura interiore...non mentale!
    sono d'accordo se mi dicessi,l'importante e' studiare i reali poteri del nostro mentale,che sono enormi,per poi poterli superare e andare ben oltre....ma ci perderemmo in questo mondo..la mente e' troppo vasta...ma pur sempre limitata a questo piano!
    un altro piccolo esempio....se sono in macchina,mentre sto guidando, e vedo un tramonto bellissimo,la prima cosa che faccio e' fermarmi a osservarlo...senza chiedermi...xche' il sole tramonta? xche' e' di colore rosso? che significato ha il sole? xche'? xche'? xche'?....chi se ne frega....VIVERE L'ESPERIENZA....avere consapevolezza di cio' che sto vivendo ..arrivare al punto di mettere a tacere i pensieri...e sentire di essre il sole!
    IL TUTTO NON CI APPARTIENE...NOI SIAMO IL TUTTO!

    ps...secondo me stiamo dicendo la stessa cosa...solo che i percorsi sono differenti....
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    kaos25
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    Registrato il: 26/03/2004
    Utente Senior
    00 19/07/2008 17:44
    girovagando per internet ho trovato questo bellissimo trafiletto che spiega in sintesi tutti i concetti che ho cercato di esporre ma che non riesco a comunicarvi scrivendo....

    ]Non credete nella forza delle tradizioni
    anche se sono state tenute in grande considerazione
    per molte generazioni e in molti luoghi;
    non credete in una cosa
    perche' molti ne parlano;
    non credete basandovi unicamente
    sulle affermazioni degli antichi saggi;
    non credete nelle cose che vi siete immaginati
    pensando che fosse un dio a ispirarvi.
    Non credete in nulla che si basi solo
    sull'autorita' dei vostri maestri o sacerdoti.
    Dopo averle attentamente esaminate,
    credete soltanto alle cose che avete sperimentato
    alle cose che faranno il vostro bene
    e quello degli altri. [/


    kaos [SM=g27961]
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    pippo.60
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    Utente Junior
    00 19/07/2008 22:41
    Risposta al messaggio di Kaos25 del 02.07.2008
    Carissimo,


    Come dicevo, queste semplici botte e risposte non servono a risolvere i problemi di Conoscenza, che abbisognano di ben altre e sistematiche procedure iniziatiche, svolte secondo una certa gradualità e logica. Affrontare gli argomenti casualmente, qua e là, e toccarli superficialmente, non dà alcun esito positivo e non consente di sicuro di “incontrarci a mezza strada”, per il semplice fatto che questa locuzione prevede: anzitutto, che due “facciano la stessa strada”, cosa che da parte tua è esclusa a priori; secondo, che uno venga da una parte e uno dalla parte opposta, il che è impossibile, posto che entrambi la stiamo percorrendo nel medesimo senso; terzo, presupporrebbe, del tutto ipoteticamente, che quello dei due che avesse raggiunto ormai la meta, ovvero la Verità, tornasse indietro e vi rinunciasse in parte, per convenire ad alcune ipotesi dell’altro.

    La struttura di questa semplice premessa si chiama “Logica”, arte che, per definizione, contiene principi e metodi atti a distinguere filosoficamente i concetti corretti da quelli scorretti, idest la “Verità” dalle “opinioni”. La Logica è imprescindibile al metodo da attuarsi per il conseguimento della Verità (che, se non erro, resta il punto di partenza del nostro discorrere), ed è evidente che questo riguarda quel “come”, che tu dici “non ti riguarda”, sottintendendo con questo il raggiungimento da parte tua della Verità “per un sentiero diverso da quello da me percorso e che non è adattabile a chiunque”, e lo hai fatto a prescindere dalla Logica, che è la quintessenza della “razionalizzazione”, da te considerata una “bestialità”. Va da sé che noi “non stiamo affatto dicendo la stessa cosa”: io sto parlando di quella cosa, tu sei solo convinto di parlare di quella cosa, mentre stai trattando di tutt’altro. Inoltre “incontrarsi a mezza strada” è un eufemismo che sott’intende il culturale “compromesso”, del tutto estraneo alla Sapienza.

    Uno degli aspetti fondamentali da te evidenziati nella trattazione del tuo argomento è la “Coscienza”, e arrivi ad affermare che “la mente non trascende nulla… è la nostra coscienza che deve trascendere”. È evidente che a te resta anzitutto sconosciuto il significato di quella “Coscienza”, fulcro del tuo ragionamento, da te intesa in quel senso prettamente convenzionale, che ha deviato il significato originale di moltissime parole. La parola è formata dalla particella “cum” (con, insieme, in compagnia di), e dal verbo latino “scire”, che significa “sapere”; “sciens” è il participio di “scire”, e quindi “cosciente” è colui che “viene a sapere insieme”, da cui “coscienza” è quella cosa che in tal modo si consegue, ovvero la “scienza conseguita insieme”. Insieme a chi?

    Ovviamente, dapprima, insieme a chi già possegga la scienza, che l’individuo non possiede infusa; ma non solo: la sublime semantica della parola, del “verbum”, comporta anche un ulteriore e anagogico significato di quel “cum”, che fa riferimento all’insieme delle due componenti dell’individuo medesimo, che non è un’unità a prescindere; ma è una duplicità dal momento in cui entra a far parte dello stato dell’essere del mondo dell’alterazione: materia e spirito; duplicità che l’individuo stesso deve “razionalmente” ricondurre all’originale unità assoluta, attraverso il solo “come” possibile, rappresentato dalla “Conoscenza”.

    Domanda logica: che differenza ci sarà mai allora tra “Coscienza” e “Conoscenza”, apparentemente debitrici della medesima semantica? L’apparenza inganna e la differenza è totale. Identico resta il “cum”, ma il verbo, che prima abbiamo visto essere “scire” (sapere), nel secondo caso è “noscere” o “gnoscere”, che significa “conoscere, imparare a conoscere, capire”. A differenza dei moderni profani, gli antichi erano precisi in alcune distinzioni, che, apparentemente trascurabili, fanno la differenza tra il sentiero della Verità e i sentieri errati dell’opinione. Essi sapevano molto bene che si può “sapere” una cosa senza “conoscerla” affatto, distinzione che si è perduta nel tempo della decadenza. “Sapere” che esisti è facile: come dici tu, basta guardarsi attorno e provare emozioni, sensazioni ed altre epidermiche astruserie! Per farlo basta essere da soli e si può fare anche a meno di quel “cum”. Ma ben diverso è “conoscere” i motivi, le ragioni e gli scopi dell’esistenza, quelli veri, ovviamente, che, oltretutto, bisogna essere in condizione di distinguere da quelli falsi; e non è un caso che la dottrina deputata a tale testimonianza (e a te sconosciuta) si chiami “Gnosi”.

    Oltre a questa non ce n’è un’altra ed è adattabile a chiunque! Meglio, ciascuno deve adattarsi ad essa, facendo la scelta giusta, la sola giusta possibile. La tua esperienza non vale niente, se le risultanze di essa non sono rapportabili ai parametri certi che ne garantiscano la qualità. La “coscienza” è pertanto assolutamente subordinata non solo alla mente, che è sovrana al tutto, essendo essa stessa il tutto, ma anche alla stessa Conoscenza. I sensi sono infatti paradigmaticamente fallaci, e ciò che li può confortare o smentire è soltanto la razionalizzazione mentale gnosticamente informata, garante del retto pensiero, informatore della buona coscienza, che solo così può attuare i rapporti corretti tra le due entità individuali interiori e anche relazionarle con le entità esteriori.

    Questo esame schiettamente filologico, in cui abbiamo riscontrato la dualità specifica contingente nell’unità assoluta, ci ha anche fornito le basi per una constatazione che a te sfugge: “l’uguaglianza nella diversità”. È vero, come dici tu, che “non esiste separazione nel concetto del tutto”, ma quel TUTTO, tu stesso lo affermi, è un concetto; e un concetto è per definizione una sintesi mentale, frutto dal rapporto tra un’esperienza materiale e un principio primo intelligibile, che rappresentano la dualità. Se noi eliminiamo la mente, ovvero se, come tu dici: “ogni sega mentale e ogni pensiero logico si dissolve, si distacca la mente come togliendo la spina”, se ne va anche la coscienza e noi, non solo non diventiamo mai la rosa che stiamo osservando, ma cessiamo anche di esistere come individui. L’uomo e la rosa sono due entità diverse sul piano dell’esistenza e non potranno mai e poi mai, se non nella più scriteriata delle illusioni, diventare una l’altra o viceversa. Se l’uomo potesse diventare la rosa a livello di coscienza, anche la rosa infatti potrebbe diventare un uomo, il che è inammissibile. Vero è che l’uomo, lui sì può diventare la rosa, ma non certo a livello di “coscienza”! Soltanto l’uomo può diventare la rosa perché possiede la mente; con la mente sa bene che sul pino fisico non potrà mai diventare una rosa, perché questo piano è quello della diversità, ma sa altrettanto bene (per Conoscenza) che, proprio grazie alla mente, egli è in grado di trascendere il piano fisico e trasferirsi su quello assoluto del mentale, verso livelli o “stati dell’essere” superidi, ai quali adeguare la propria coscienza, che, in funzione dei nuovi parametri assoluti a cui si rapporta, lo induce a ritenersi identico alla rosa. Ciò grazie alla “trascendenza” (altro vocabolo di cui ti sfugge il significato), azione che, al contrario di quello che tu affermi, è prerogativa esclusiva ed assoluta della mente, la quale non solo è in grado di trascendere i concetti inferiori, ovvero emanciparsi sul piano fisico; ma, da un certo raggiunto stato dell’essere in poi, è altresì in grado di trascendere se stessa sul piano assoluto, emancipandosi da sé e per se stessa, senza la necessità di alcun apporto esterno. È in questa dimensione e soltanto in questa che l’uomo può dire di avere preso coscienza di essere la rosa; ma, se avesse anteriormente staccato la spina della mente, allora sì tutto quello che da quel momento in poi avesse potuto dire sarebbero stato solo ed esclusivamente delle banali “seghe mentali”.

    Prima di parlare dell’assoluto, del “Tutto”, e di quant’altro affine, bisogna “conoscerlo”, e per conoscerlo non si può abdicare alla “Mente”, perché senza la Mente noi siamo assolutamente nulla e non possiamo avere contezza di nulla. L’assioma tradizionale e gnostico “en to pan” (nell’uno il tutto), significa che in ogni “uno” è compreso il “tutto”, ma non prescinde dalla molteplicità dell’uno, che tale è nel mondo della divisione, dell’alterazione, della fisicità. L’unità assoluta esiste solo nel mondo dello spirito, raggiungibile da ciascun diverso uomo per un unico e solo sentiero, per un solo ed unico “come”, al quale la diversità deve razionalmente decidere in libertà di conformarsi, per redire all’unità di partenza da cui proviene; ma se non conosci da dove vieni, non conosci neppure il mondo dello spirito, quel “TUTTO” al quale tu pretendi “a modo tuo” di ritornare. “L’apertura interiore… non mentale” non esiste, a meno che tu non intenda l’operazione all’appendicite; la mente è “troppo vasta”, come tu dici, proprio perché non è limitata a questo
    piano; ma, a quanto pare, frequentando la vastità dei piani più alti, tu hai una viscerale paura di perderti. Per questo ti vuoi convincere che la Verità consiste in una illuminazione improvvisa, che giunge inaspettata come un privilegio del cielo a vantaggio di qualcuno piuttosto che di altri. Ma questo è solo il retaggio della cultura dell’errore. La verità è una ricerca assidua, dura e difficile, perché osteggiata da tutti quegli errori opinabili di cui tu sei una esemplare vetrina; ma, sostenuta dalla volontà di trovarla, questa ricerca è fattibile da parte di chiunque segua la traccia della logica razionale, di cui essa costituisce la meta.


    È vero, la nostra mente vuole solo essere appagata; ma, guarda caso, ad appagarla davvero è solo ed esclusivamente quello che produce il nostro bene; tu non l’hai trovato, altrimenti non saresti ancora alla ricerca di questo appagamento e non brancoleresti tra le contraddizioni della tua insicurezza, cercando qua e là. Un consiglio che mi permetto di darti è quello di non considerare la tua mente qualcosa di estraneo a te stesso, un qualcosa che pensa a dispetto tuo, perché “tu sei la tua mente”, e senza di essa non sei proprio nessuno. I tuoi errati pensieri sono frutto della tua pessima Conoscenza delle cose, e mi ricordi il protagonista di un racconto di Jorge Luis Borges, “L’immortale” [ex “l’Aleph”, 1949], il quale pensava di essere indistintamente chiunque in qualsiasi tempo, e perciò asseriva: “io sono tutti gli uomini”. Se anche tu ti identifichi (come sembra) in uno dei tanti “Aleph” di Borges, ti ricordo che la definizione di questo autore (tutt’altro che consigliabile in prospettiva sapienziale) è stata quella di “teologo del caso”.

    Non serve leggere o scrivere mille libri e farci sopra centinaia di ragionamenti: basta leggere il libro giusto e fare il solo ragionamento giusto… e nessuna scriteriata e casuale esperienza ti indicherà mai quale sia quel libro e quel ragionamento. Se io sono in macchina e vedo un bel tramonto, non mi fermo ad ammirarne l’estetica e soggettiva bellezza, accontentandomi di ipotizzare per epidermica sensazione di essere il sole; io, che già ho risposto alle domande: perché tramonta, perché è di colore rosso, quel è il suo significato, e via dicendo, tutte domande alle quali sono stato fermamente interessato e alle quali ho dato una risposta certa, sono pervenuto per loro tramite alla sicurezza di essere mentalmente quel sole, con piena consapevolezza e perfetta coscienza di esserlo, perché ho la certezza che spiritualmente sono proprio la medesima cosa; anche se, per il momento, nella contingenza dello stato fisico dell’essere in cui vivo, il sole è il sole e io sono io; pertanto, avendo io raggiunto scienza, coscienza e conoscenza dell’unità nella diversità, anche se io sono virtualmente il Tutto, mentre al tempo stesso praticamente non lo sono, quel tutto MI APPARTIENE AL PUNTO TALE CHE LO STO VIVENDO IN TOTALE E COMPLETA FELICITA’. E questo è solo un vago barlume di che cosa significhi “Gnosi”.

    Mentre ti dico queste cose so benissimo che il tuo spirito contraffatto ti impedirà di farne buon uso; tu resterai delle tue opinioni e continuerai a “VIVERE L’ESPERINZA” a modo tuo, per il semplice fatto che opini di essere in qualche modo riuscito a “mettere a tacere i pensieri”, nel timore che essi possano sconvolgere il mondo fasullo che ti sei costruito attorno, e che, “per viltade”, rifiuti, pensando di non potervi rinunciare; ma è evidente che non devi essere riuscito a metterli a tacere proprio del tutto… e questo ti rende insicuro e infelice. La cosa più difficile, per un individuo, è rinunciare alle errate convinzioni su cui si è costruita la propria esistenza; pur di non farlo, si accontenta di vivere nell’infelicità. Ma ciò non toglie che il farlo sia necessario… e “il come” ti riguarda, eccome! Riguarda tutti!

    Ma, dal momento che i nostri percorsi sono assolutamente differenti, ovvero antitetici e divergenti, non stiamo affatto dicendo la stessa cosa.

    Ciao e a presto, spero


    Pippo_60


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    kaos25
    Post: 325
    Registrato il: 26/03/2004
    Utente Senior
    00 20/07/2008 13:53
    ..." e' piu' importante essere felici, o avere ragione??"

    MI ARRENDO.... [SM=g27960]
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    (dea)
    Post: 176
    Registrato il: 22/03/2005
    Utente Junior
    00 20/07/2008 17:28
    Qualcuno un giorno ha detto che la risposta è dento di noi.
    Ma se non sappiamo neanche formulare la domanda come facciamo a "pretendere" delle risposte?

    Per secoli siamo stati "oscurati" nella mente perchè la conoscenza apparteneva a pochi eletti.
    Oggi con internet abbiamo millioni di possibilità di conoscenza ma quale sarà vero e quale invece elucubrazione mentale di qualche pazzoide?

    E qua che sta la vera difficoltà di avere la "conoscenza". Nessuno al mondo può o potrà mai dire "io so..." oppure "io conosco.."
    Sarrebbe da presuntuosi..

    Dea
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    Giano88
    Post: 74
    Registrato il: 24/01/2008
    Utente Junior
    00 22/07/2008 11:23
    ciao, è un pò che non mi faccio vivo, ma comunque volevo dire che quoto pienamente Dea, nessuno può dire di sapere e di conoscere, e qui mi gioco socrate, il vero saggio è colui che sa di non sapere...[SM=g27975]
    - Visita Interiora Terrae, Rectificando, Invenies Occultum Lapidem -
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