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ESISTIAMO VERAMENTE?

Ultimo Aggiornamento: 01/12/2008 13:59
27/10/2007 01:52
 
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Negli ultimi anni è tornato alla ribalta il tema del "destino", interpretato secondo teorie al passo con la moderna tecnologia (Matrix, Il 13° Piano, The Truman Show), dove non solo gli avvenimenti della vita, ma l'esistenza stessa viene messa in dubbio.

Il periodico "Focus" ha trattato dettagliatamente questo argomento, lasciando spazio ad interpretazioni inquietanti ed a volte umilianti per il Genere Umano. Esiste realmente la possibilità che la nostra vita sia frutto di un programma software impostato da utenti più evoluti che usano il nostro quotidiano come una partita a "Sim Family"?

E' ovvio come tale prospettiva risulti drammaticamente fantascientifica e priva di ogni fondamento logico, ma dal momento che volessimo mettere in discussione alcuni fondamenti della fisica, tutto potrebbe apparire plausibile, almeno in teoria.
Vediamo di analizzare alcuni aspetti, desunti anche dalle email che ci inviate:

FATTORE SPAZIO TEMPO
Ancora una volta torniamo a parlare di "tempo", ricordando che esso è solo un'unità di misura con cui la dimensione umana classifica un ciclo. Tutti noi stabiliamo un "prima" ed un "dopo" in funzione di un punto "x" che chiameremo le "ore 13". Ciò che accade alle 12,50 è prima; l'avvenimento della 13,20 è dopo. Ma abbiamo detto che il tempo è una misurazione umana: quindi, eliminando il concetto delle "ore 13", avremmo solo una successione di eventi su una linea retta (usando la nostra vita come unità di misura -foto1-),



dove due azioni saranno "a" e "b". Eppure, anche graficamente, questi punti sembrerebbero mantenere una logica di "prima e dopo".... Come spesso accade, ecco giungere "lo spazio" in aiuto del concetto tempo: ipotizziamo che quella linea sia la nostra vita: tutto ci appare sulla base di tale fondamentale punto di riferimento; "a" è senz'altro avvenuto prima di "b"! Ora, proviamo ad uscire idealmente da quella linea, impersonando un essere che guarda la stessa scena, allontanandosi sempre più verso l'alto (foto 2 e 3).





Più si è lontani e più l'immagine si restringe, fino a diventare un unico punto. Cosa vedreste?

Forse, un'insieme di tratti non definiti in cui i punti "a" e "b" si sono confusi divenendo indistinguibili. Quindi, se "qualcuno" avesse la possibilità di vedere il nostro ciclo di vita uscendo dai canoni di tempo e spazio, tutta un'esistenza si ridurrebbe ad un punto nello spazio...
Questa visione potrebbe applicarsi ad un sistema solare o ad un intero universo. Come vediamo noi oggi un atomo? Ha forse della caratteristiche che ricordano un sistema di pianeti orbitanti? Alcune religioni sostengono come tutti noi siamo parte "dell'Uno"... Se tutto ciò che vediamo e conosciamo fosse allora parte di un oggetto o un essere vivente più grande, il nostro ciclo di vita misurabile in una media di 80 anni, corrisponderebbe in realtà ad una manciata di secondi...

ILLUSIONE
Abbiamo già trattato in precedenza quest'aspetto. Oramai è assodato come una parte considerevole della nostra realtà scaturisca da un'interpretazione del nostro cervello. I colori sono in semplici frequenze e non tutti gli esseri viventi riescono a percepirli (alcuni animali vedono in gradazioni di grigio). Le dimensioni sono altrettanto un'elaborazione celebrale (le mucche vedono tutto più grande / la nostra retina percepisce le immagini capovolte), per non parlare della gamma di frequenze dei suoni, che l'Essere Umano sente in uno spettro molto limitato... Diamo quindi per acquisito che i nostri sensi colgono solo una percentuale della realtà che ci circonda. Le nostre voci potrebbero emettere migliaia di altri suoni, la nostra pelle avere altre decine di gradazioni di colore o, addirittura possedere una sconosciuta ulteriore dimensione geometrica. Ma, allora, qual'è la realtà? Già nel parlare di realtà, poniamo un termine basato su modelli di paragone più o meno standardizzati come unità di riferimento; sarebbe più giusto guardare ad una "verità" d'insieme.

Se realmente i defunti fossero in mezzo a noi, potremmo non vederli solo perché le nostre capacità visive sono limitate... E se oltre ai defunti, esistessero anche altri esseri? Oggi noi abbiamo la capacità di creare mondi ed esseri umani virtuali (ricostruzioni di luoghi e città del passato, attori morti durante le riprese di un film i cui cloni virtuali terminano misteriosamente le scene incompiute -come nel caso emblematico de "Il Postino"-), il tutto inserito in un contesto (o dimensione) molto umano, con codici prestabiliti dalla genetica e dalle regole della fisica che stabiliscono con precisione i confini entro cui operare.

Il "qualcuno" a cui abbiamo accennato prima, più grande, complesso e -presumibilmente- più avanzato di noi, sarebbe in grado di realizzare un software in cui sviluppare le nostre esistenze? Egli avrebbe la capacità di vedere la "verità d'insieme" e, come detto prima, possedere una percezione di tempo completamente differente dalla nostra: la nostra vita potrebbe durare il tempo una partita alla Play Station.

Tutto questo per rimarcare un'idea che sembra farsi finalmente spazio in noi Umani: il dubbio che le leggi fisiche siano in realtà basate su principi e standard aleatori o illusori; ciò le farebbe crollare in pochi istanti, gettandoci in un baratro di insicurezze poiché ogni cosa diverrebbe possibile. Potremmo scoprire di essere noi stessi gli alieni di una Terra che non conosciamo (applicando una visione simile ai film "Sesto Senso" o "The Others"), oppure inconsapevoli microbi infestanti, fino alla teoria più azzardata: files di un programma virtuale.

Credo che si stia lentamente uscendo da una unilaterale coscienza di se stessi, per cercare di capire cosa facciamo qui e cosa dobbiamo fare e qualcosa mi dice che questa ricerca interiore ci riserverà presto molte sorprese.
Nella prima metà del '900, un poeta satirico polacco, Stanislaw Jerzy Lec, in un suo famoso aforisma sintetizzava così l'incubo di cui abbiamo parlato:
"...e se fossimo soltanto il ricordo di qualcuno...?"



NNDSNTDG - Angel Heart
01/12/2008 13:59
 
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Le teoria sono davvero inquetanti, ma tutte molto azzardate.
I due punti, A e B, verrano sempre visti come un prima e dopo, anche se rimpiccioliti, l'occhio umano non li distingue, delle lenti si. Come siamo riusciti a scindere l'atomo, cosa che anni fa si credeva impossibile, invece all'intermo abbiamo trovato protoni, elettroni e neutroni. Quindi è solo una percezione che ci porta a dire che sono sovrapposti, inscindibili, i 2 punti, ma in realtà non lo sono e mai lo saranno. Come se ci si allontana i due punti vengono visti sempre più vicini, se ci si avvicini i due punti vengono visti sempre più lontani.
Per quanto riguarda la percezione visiva più e più volte mi sono chiesto se quello che stiam guardando è realmente così, per i colori difficile risolvere, mentre per le forme un piccola prova c'è, il tatto. Se vedo un oggetto rettangolare e chiudo gli occhi ed avvicino la mano sento che è proprio come i miei occhi l'hanno percepito.
Cosa facciamo qui e cosa dobbiamo fare è una domanda che l'uomo si pone da secoli, e penso, che se ci leghiamo alla fisica non potremmo mai trovare risposte...
[Modificato da pochelions 01/12/2008 14:03]
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